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Al Capua Film Festival è arrivata una fra le più brave e intense attrici del cinema italiano insieme al regista Paolo Licata, per la presentazione di “L’amore che ho”, sulla leggenda della musica popolare Rosa Balistreri.

Alla sua quarta edizione, promosso dal teatro Ricciardi, ideato da Gianmaria Modugno, sotto la direzione artistica di Francesco Massarell Il Festival prosegue con successo il suo programma giunto alla seconda settimana di programmazione. “Rosa Balistreri ti catapulta in un’atmosfera nostrana, quella in auge tra gli anni ’70 e ’80, con una carriera temporale breve ma importante”, sottolinea il regista, il quale conosceva la cantante, ma non la storia della sua vita, costellata da eventi drammatici, sulla quale si è documentato incontrando versioni contrastanti fino a ritagliarsene una sua. “Quello che si vede nella scena è quello che si sente”, continua, sottolineando la bravura delle interpreti, Donatella Finocchiaro, Rosa da giovane e Lucia Sardo, Rosa matura che cantano “sentendo” nel profondo la sua anima e non imitando la sua voce. Una voce prorompente, graffiante, piena di malinconia come il fado e la saudade, ispirata alla presenza dell’assenza. “L’amore che ho” è infatti l’amore che lei portava dentro, per la sua terra in cui vigeva il patriarcato vero, negli anni ’40, e dalla quale parte la sua storia di ribellione, la sua vocazione sociale.

“Il suo canto”, afferma Donatella Finocchiaro con commozione, “è stato un canto sociale, è stato il canto di una donna scomoda e questo film spero sia di ispirazione a tante donne scomode”. Il film è costruito soprattutto sul rapporto complicato fra madre figlia, una maternità non pacificata nella quale Rosa si sente incolpata dalla figlia Angela, scandita da una serie di ricordi e di immagini.

Adattamento del romanzo “L’amuri ca v’haiu”, di Luca Torregrossa, il film è stato riscritto dal regista Paolo Licata. L’idea più inventiva del regista è suddividere gli eventi della vita di Rosa in capitoli con un carattere molto evidente, non in modo cronologico, ma nel suo alternarsi di passato e presente con una scrittura espressa in modo carnale. La Finocchiaro dà una intepretazione della figura di Rosa sanguigna, una interpretazione struggente la sua come quella di Lucia Sardo, entrambe eccellenti come tutto il cast. La accompagna infine in questo viaggio, Carmen Consoli, autrice della colonna sonora, nel ruolo di una musicista di strada che la segue nelle sue esibizioni.
Viviana Vecchio