Si è aperto a Capua nei giorni scorsi, inaugurato dai fuochi di artificio, il Capua Film Fest 2025, in programma dal 14 al 27 luglio, due settimane di cultura e street food, con ospiti internazionali e proiezioni a ingresso gratuito. Tra i primi ospiti, la regista Giorgia Farina, col suo “Ho visto un re”, intervistata dal direttore artistico Francesco Massarelli, presso i Giardini dello Sperone.

Con lo scorcio suggestivo del Bastione, davanti a una platea numerosa di visitatori di tutta la regione, soltanto interrotta dai fuochi d’artificio che hanno squarciato il cielo, si è aperto l’incontro con la regista, sceneggiatrice e fotografa romana che, fin dal suo primo lungometraggio di esordio “Amiche da morire” uscito nel 2013, si è conquistata attenzione nel panorama della commedia italiana. Dal gusto leggero e garbato, in cui rientrano i suoi vecchi amori, da Monicelli a Ettore Scola, nel suo modo particolare di fare cinema, il suo film “Ho visto un re”,

presentato al Torino Film Festival, parte da un fatto storico realmente accaduto, ispirato alla storia di un Ras imprigionato durante l’epoca fascista, raccontato dal giornalista Guido Longobardi. La scelta della regista, dettata da sconcerto e meraviglia, è stata quella di raccontarla dalla prospettiva di un bambino di dieci anni, Emilio, interpretato dal piccolo Marco Fiore, il quale, appassionato delle avventure di Sandokan, affronta con stupore l’arrivo a casa di un principe guerriero etiope, rinchiuso da suo padre Podestà, nella voliera di famiglia al posto del pavone. Ambientato nel 1936, ai tempi della guerra in Etiopia, in un contesto fascista e di machismo

questo piccolo film è la storia di un’amicizia particolare tra Emilio, che guarda e osserva il mondo degli adulti, come in un romanzo di Italo Calvino; un mondo molto diverso dal suo con il Principe africano Abraham Imirru, che vede come il suo eroe Sandokan. È anche la storia della costruzione di un’identità, di un modo di osservare il mondo, con la sua natura sterminata, piena di spazi immensi come il casale della famiglia di Emilio e la Villa di Trocca: il vecchio casino di caccia di Galeazzo Ciano, vicino a Fiesole in Toscana, luoghi austeri e ricchi di storia.

Con Edoardo Pesce, che interpreta il ruolo del padre, Sara Serraiocco, quello della madre sognatrice con velleità artistiche e Lino Musella, lo zio, il film è una favola sulla Resistenza, scritta in modo semplice e soprattutto di piccole idee, dai toni grotteschi e da commedia, un appuntamento speciale del Capua film Fest Estate 2025.
Viviana Vecchio