Miglino/Se ne vadano a coltivare lupini

Se Mari cerca di reagire alla crisi con  l’idea di una profonda riforma di un partito della sinistra, c’è chi nella stessa area invita senza mezzi termini i dirigenti ad andare a coltivare la terra. E’ il caso di Arnaldo Miglino, avvocato e docente alla “Sapienza” di Roma, membro dell’assemblea nazionale di Sel, storico militante dell’area che su Facebook non la manda a dire a Fratoianni, tra i colpevoli dell’accordo più infelice della storia della sinistra, l’accordo di LEU. “Il lupino, scrive Miglino, della famiglia delle leguminose, ricco di proteine e foriero di effetti benefici per il sistema cardiovascolare, non necessita di particolari lavorazioni e la sua coltura è specialmente indicata per i nostri politici che volessero cambiare mestiere”.  Fuori di metafora, l’attacco è al capo del partito, Nicola Fratoianni, che dopo la disfatta elettorale se l’è presa con la socialdemocrazia europea, dimostrando così, secondo Miglino, di non conoscere la storia che appartiene ad  una lunga tradizione. “La socialdemocrazia, dice Miglino, corregge le distorsioni del mercato perseguendo equità ed uguaglianza, con ciò tutelando anche i cosiddetti diritti sociali, ed esistono modelli diversi come nei paesi scandinavi, o in Germania; ma l’opzione di fondo che contraddistingue questa esperienza è l’ammissione del mercato e delle libertà individuali. L’alternativa a tale opzione è il comunismo. Gli effetti dell’una o dell’altra scelta sono ben note: basti pensare a ciò che si è realizzato nel Nord Europa e a ciò che è successo nei paesi dell’Est europeo. Non esiste una terza via, a meno che l’on. Fratoianni non sappia indicarcela in tempi brevi per non sparire dal panorama politico. Il problema della sinistra, piuttosto, è la sua contaminazione da parte del neo liberismo. Già prima della deregulation della Thatcher e di Reagan, la completa liberalizzazione dei movimenti di capitali è stata introdotta, in Francia, da una legge propugnata del presidente della Repubblica, il socialista Mitterand, e dal ministro socialista Delors, divenuto poi presidente della Commissione europea. Da tale posizione, Delors è riuscito a convincere Spagna, Italia ed altre nazioni a liberalizzare i trasferimenti di capitali verso l’estero (in Italia tale liberalizzazione è stata determinata dalla legge delega 599/86, emanata nella IX legislatura guidata da un governo con a capo il leader socialista Craxi). Lo svilimento della funzione della sinistra è dipesa non già dal suo carattere socialdemocratico, ma dal successo del paradigma neo liberista. Quindi oggi c’è bisogno di più socialismo liberale, perso a causa degli stolti miraggi della terza via propugnata da Blair e dal suo mentore Giddens. Rifiutando l’opzione di fondo della socialdemocrazia sono possibili solo due obiettivi: virare verso il neoliberismo, rinunciando alla giustizia sociale, o virare verso il comunismo, rinunciando così al mercato e alle libertà individuali. Con ciò non voglio dire che il comunismo sia morto e sepolto. Esso non solo ha avuto applicazioni più proficue di quelle sciagurate dell’Est europeo ma altre potrebbe averne; ma la sinistra dovrebbe tornare a fare il suo mestiere, che è quello già indicato dal socialista liberale Carlo Rosselli, quando diceva: «il socialismo, colto nel suo aspetto essenziale, è l’attuazione progressiva dell’idea di giustizia e libertà tra gli uomini … è libertà che si fa per la povera gente». Ci si augura che l’on. Fratoianni vada a leggere un poco di cose inerenti alla socialdemocrazia (anche gli scritti di Guido Calogero andrebbero bene), oppure… si dedichi anima e corpo alla coltivazione del lupino”. “Il  problema non riguarda solo Fratoianni, verso il quale non c’è nulla di personale, anche Fabio Mussi, uno dei più autorevoli fondatori di Sinistra Italiana, ha sbagliato il giudizio su tante questioni come quella dell’Irap, tra le rarissime riforme sia pure parziali di Renzi. E’ insomma l’intera nostra classe dirigente che ha bisogno di riflettere maggiormente prima di parlare ed agire. Ci troviamo di fronte ad una sinistra che spesso non sa di cosa parla. Come la mettiamo? Già all’epoca del congresso sottolineai questi problemi ma fui invitato a stare buono, perché l’importante era partire e poi … le cose si sarebbero aggiustate. Si è visto come è venuto l’ ‘aggiustamento’, anche per effetto di alleanze elettorali senza senso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arnaldo Miglino

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